Era l’anno 1974/75, ed io giovanissimo militare di leva alla Scuola Sanità Militare di Firenze, avevo tra i commilitoni due giovani di Milano, amanti della fotografia.
Durante il tempo libero si parlava ovviamente di tale argomento, coinvolgendomi a tal punto che quando arrivò il congedo, fui invitato a trascorrere un periodo a Milano.
Da lì mi si aprì un mondo nuovo, era il periodo della nascita di Agenzie di moda, alcune sarebbero diventate famose e lo sono tutt’ora, erano alla ricerca di giovani fotografi, io pensai di iniziare a scattare e trovare subito la strada spianata, ma in realtà per i primi quattro mesi dovetti fare il classico portaborse, nel senso che portavo il materiale fotografico in capienti valige di alluminio, sistemavo lo studio prima dell’arrivo del fotografo e delle fotomodelle.
La cosa positiva e che guardavo i fotografi mentre lavoravano con quelle stupende macchine fotografiche che si caricavano con i classici rullini, osservavo come loro si posizionavano per scegliere l’angolazione migliore per lo scatto e cosa chiedevano alla modella: dallo sguardo, alle labbra, alle mani, i piedi e in particolare il corpo.
Un giorno uno di questi fotografi, vedendomi attento osservatore mi mise in mano una Canon F1 di colore nero e mi disse di scattare, per l’emozione e convinto di essere stato bravo gli feci vedere qualche giorno dopo il mio lavoro, per tutta risposta mi scartò quasi tutte le foto, mi tirò l’orecchio dx tanto da farmi male, ne scelse poche, ma una in particolare fu usata per un poster di una famosa marca di batterie per veicoli che campeggiarono per un periodo in varie officine d’Italia.
Con il primo guadagno di quella foto mi comprai proprio una fiammante reflex Canon F1 nera e da quel giorno, lavorai a Milano usando successivamente una Mamiya M645 per fotogrammi 4,5 X 6, ed una Canon AE1 Program,quest’ultima la conservo ancora oggi, perché fu la prima reflex ad inserire componenti elettronici in fase di scatto.
Tutte e tre le reflex che possedevo erano corredate da ottiche e relativi accessori in capienti valige di alluminio, ma questavolta erano di mia proprietà.
Trascorsi un periodo fantastico tra Milano e Pescara, lavorando anche con televisioni e radio locali, fu proprio a Pescara che conobbi il cabarettista Abruzzese Vincenzo Olivieri ( anche Lui giovane con tanta voglia di emergere), fondammo con altri amici una delle prime radio a Pescara con il nome di radio Alfa ( oggi non esiste più), in diverse occasioni ci siamo incontrati ricordando i bei tempi passati.
Il problema che si poneva in quel periodo era che non si aveva uno stipendio fisso, per vivere a Milano bisognava avere sempre il contante a portata di mano, si guadagnava in base a quello che le Agenzie mi avevano commissionato tramite l’azienda che doveva pubblicizzare il prodotto, molte volte si aspettava diverso tempo prima che quello che avevi fatto fosse gratificato economicamente, per questo decisi di lasciare tutto mio malgrado e tornare a Pescara, dove trovai lavoro presso una ditta SIPE ( costruiva saldatrici e filo ramato).
Mi alternavo tra la ditta SIPE e l’arte della fotografia fino al 1981, dove vinsi un concorso al Comune di Pescara come dipendente pubblico, stipendio fisso e lavoro sicuro e nel 1982 abbandonai la fotografia e mi sposai, una moglie e due figli stupendi, tornai a Milano qualche volta da turista.
Nel 2010, dopo ventotto anni con l’avvento del digitale, nuove tecniche, computer con programmi dedicati per l’elaborazione fotografica, rinasce la voglia di riprovare a ripartire per hobby, mi comprai una Canon 60 D, però dopo poco capii che dentro di me chiedevo una reflex che fosse full frame ( professionale), e passai sempre marca Canon ad una reflex superiore adatta a soddisfare le mie esigenze.
Oggi è tutto più facile, il fotografo ha a disposizione con molta facilità tecniche che negli anni settanta era impensabile avere, oggi importantissimo è vedere la foto appena scattata modificarla al computer a seconda delle proprie esigenze e non anni fa, quando terminato il servizio fotografico alle modelle, si andava in camera oscura a sviluppare con l’acqua alla gola per sapere i risultati, non esiste più la pellicola che per risparmiare si tagliava a metraggio, si preparavano i rullini manualmente o si metteva direttamente nelle reflex e si partiva all’avventura.
Questa è la mia storia nel campo fotografico, in questo sito sono tutte foto fatte con il digitale dal 2010 in poi, vi è solo una foto non digitale che conservo gelosamente fatta nel 1982, prima che abbandonassi la fotografia, mi diede in quel periodo una grande soddisfazione professionale anche in campo nazionale, la foto fu scattata a Firenze e si vede un pittore che dipinge una ragazza, la potete vedere in copertina e su Fashion di questo sito.
Grazie
Mariano FASCIANI